Con il termine di ptosi palpebrale si intende una affezione in cui una o entrambe le palpebre superiori sono più basse del loro normale livello, per cui la rima palpebrale (lo spazio fra la palpebra inferiore e la palpebra superiore) risulta ridotta in misura variabile.
Questa condizione non deve essere confusa con la dermatocalsi, una condizione assai più comune dovuta all’età, in cui si ha un eccesso di cute, da rimuovere con l’intervento di blefaroplastica. Molto spesso queste due condizioni sono comunque associate quindi il chirurgo corregge le due problematiche con un unico intervento.
La ptosi può presentarsi alla nascita (ptosi congenita) o svilupparsi durante la vita (ptosi acquisita);
La ptosi più comune è dovuta all’età in cui, per effetto della gravità e dell’invecchiamento tissutale, si ha un progressivo indebolimento dei muscoli responsabili della elevazione della palpebra.
Altre cause meno comuni sono le forme neurogene (a seguito di lesioni, centrali o periferiche, del III nervo cranico oculomotore o del simpatico cervicale), miogene (nelle distrofie muscolari e nella miastenia gravis), meccaniche (conseguenza di tumori alla palpebra, esiti cicatriziali, masse orbitarie, edema) e traumatiche.
Nella maggior parte dei casi la ptosi rappresenta un problema isolato che modifica l’aspetto del paziente senza coinvolgimenti sistemici; talvolta può essere la manifestazione di una condizione più severa che interessa i muscoli, i nervi, o il SNC. In particolare, una ptosi che si sviluppa in ore o giorni, può essere la manifestazione di un serio problema medico.
In che cosa consiste l’intervento di correzione della ptosi palpebrale?
Esistono diverse tecniche chirurgiche che permettono la correzione del difetto in base alla funzione residua del muscolo elevatore della palpebra.
Reinserzione o accorciamento del muscolo elevatore palpebrale che ha come obiettivo il potenziamento della azione del muscolo elevatore.
- Reinserzione o accorciamento del muscolo di Muller. Intervento per correggere ptosi di lieve entità non associate ad eccesso di cute
Interventi con coinvolgimento del muscolo frontale. Nei casi in cui il muscolo elevatore della palpebra sia talmente deficitario da non poter essere potenziato, si potrà elevare la palpebra utilizzando l’azione di supplenza del muscolo frontale. Tale supplenza può avvenire o creando un lembo dal muscolo frontale alla palpebra (frontalis trasfer ptosis correction) o sospendendo/ancorando la palpebra al muscolo frontale mediante delle banderelle di silicone o di fascia lata (fontalis muscle suspension) .
Spesso l’intervento di ptosi palpebrale viene associato all’intervento di blefaroplastica, per rimuovere la cute in eccesso, migliorando l’estetica del volto.
Pre e Post operatorio di pazienti affetti da ptosi palpebrale involutiva, uni o bilaterale, corretta mediante accorciamento del muscolo elevatore palpebrale per via transcutanea.
Pre e Post operatorio di pazienti affetti da ptosi palpebrale congenita, uni o bilaterale, corretta mediante accorciamento del muscolo elevatore palpebrale per via transcutanea.
Pre e Post operatorio di una paziente affetta da disinserzione del muscolo elevatore della palpebra unilaterale, corretta mediante reinserzione della sua aponeurosi al tarso per via anteriore.
NOTA BENE:
- Lo scopo primario dell’intervento è quello di risolvere problemi funzionali, non valenze estetiche.
- Sono possibili ipocorrezioni, ipercorrezioni e/o asimmetrie dell’altezza della palpebra superiore, correggibili se necessario con un secondo intervento. Il rischio è maggiore se la ptosi è congenita e unilaterale.
- E’ normale avere difficoltà nella chiusura delle palpebre, per alcune settimane/mesi, che necessita l’utilizzo di pomate grasse soprattutto alla notte.
- E’ normale avere una accentuata secchezza degli occhi, che necessita l’utilizzo di lacrime artificiali più volte al giorni.
- Il muscolo nelle ptosi congenite è fibrotico, quindi ha difficoltà non solo a contrarsi ma anche a rilasciarsi, ne consegue che la palpebra corretta avrà difficoltà a seguire l’occhio nello sguardo verso il basso.
- Tutti i pazienti con ptosi palpebrale hanno una iperfunzione compensatoria del muscolo frontale, dopo l’intervento tale muscolo deve riabituarsi a contrarre normalemente, altrimenti il paziente può risultare ipercorretto.